Al momento stai visualizzando Come strutturare un volantino

Come strutturare un volantino

Nonostante i mezzi di comunicazione di massa continuino a svilupparsi e l’informatizzazione viva una crescita esponenziale – e il successo dei social network lo dimostra – la distribuzione volantini resta uno strumento di distribuzione pubblicitaria che non ha mai smesso di essere attuale, mantenendo anche una certa efficacia.

Certo, perché il volantino ottenga ciò per cui è stato realizzato, non si può prescindere, in fase di progettazione, da alcune accortezze, che se messe in atto faciliteranno il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.

Diventa quindi fondamentale avere chiaro in mente come strutturare un volantino, e nella fattispecie il proprio volantino.

Prima di tutto, definire e circoscrivere al meglio il target al quale sarà destinata la distribuzione volantini, dopo di che scegliere un registro di scrittura, un tono, che si avvicini quanto più possibile al bacino di utenza da raggiungere.

Scrittura, testo, da declinare successivamente all’interno di una struttura, articolata in titolo, immagine, contatti e call to action.

Di seguito quindi qualche linea guida su come strutturare un volantino.

Il titolo è il vero fulcro: immediatamente visibile, richiama l’attenzione anche da una distanza di un paio di metri. Se messo al centro del volantino, con ogni probabilità otterrà il suo scopo, anche perché risalterà grazie a un carattere, font, diverso da quello scelto per il resto del testo. La differenza tra font non deve però essere estremamente marcata: è bene mantenere in armonia i caratteri, per evitare che l’aspetto complessivo del volantino sembri raffazzonato, eccessivamente artefatto. Meglio poi se il titolo non superi le 5 parole, da combinare, offrendo al lettore se non proprio una soluzione ai suoi eventuali problemi, qualcosa che migliori la qualità della sua vita, anche se di poco. Insomma, il titolo ha il fondamentale compito di interessare, e spingere a leggere il testo nella sua interezza.

Che non sarà composto da troppe righe: spesso un messaggio accattivante, persuasivo, non ha bisogno di parole in abbondanza, anzi; spiegare chi si è, che cosa si offre, può bastare, soprattutto se comunicato in maniera informale, dando del tu a chi legge, quasi come se si parlasse faccia a faccia.

E sulla falsariga tracciata dal messaggio, anche l’immagine svolge un ruolo decisivo, rappresentando al meglio l’essenza del volantino: una foto dalla risoluzione alta è garanzia di qualità, di un senso estetico che non trascura la cura dei dettagli.

E una volta inseriti i contatti – indirizzo email, e link alle varie pagine social, Facebook, Instagram e Twitter, e se presente al proprio canale YouTube – si passi pure alla call to action, letteralmente invito all’azione: chi ha il volantino in mano può essere invitato a registrarsi sul sito dell’attività pubblicizzata, a iscriversi a una newsletter, magari ottenendo uno sconto su qualche acquisto o una particolare promozione.

E last but not least il formato del volantino. Il classico A5 ha delle alternative, come l’A4, l’A6, l’A7… Ci sarebbe solo da intercettare in fase di progettazione volantino i gusti del target di riferimento.

In definitiva, però, ciò che più conta è riuscire a trasmettere, a chi ha sotto i suoi occhi il volantino, la sensazione di essere di fronte a un che di vantaggioso, a una possibilità da non sottovalutare, a una strada da percorrere. Perché, se non lo si facesse, ci si ritroverebbe a pensare di aver perso un’occasione, difficile da trovare altrove.